Ma… chi è il monaco? (1)

Padri del deserto

+ «Il monaco si chiama monaco perché notte e giorno conversa con Dio, non occupa l’immaginazione monaco02 copiache in cose di Dio e non possiede nulla su questa terra» (Macario)

+ «Chi non rinuncia a tutte le cose del mondo, non può essere monaco» (Macario)

+ «Non riuscirai ad essere monaco se prima non sarai tutto una fiamma, come il fuoco» (Giuseppe)

+ Uno degli anziani chiese al padre Giovanni Nano: «Che cos’è un monaco?». Egli disse: «Fatica. Poiché in ogni azione il monaco deve sforzarsi. Questo è il monaco!».  (Giovanni Nano).

+ «Tre cose sono necessarie al monaco: estraneità, povertà, silenzio con sopportazione» (Andrea)

+ Disse il padre Isaia: “Niente giova al novizio più del disprezzo. Il novizio che è disprezzato e lo sopporta, è come una pianta che viene innaffiata ogni giorno (Isaia di Scete)

+ Un giorno il padre Mosè chiese al fratello Zaccaria: “Dimmi che cosa devo fare”. Ma questi si gettò a terra ai suoi piedi dicendo: “Padre, tu lo chiedi a me?”. “Credimi, figlio mio Zaccaria – gli dice l’anziano – , ho visto lo Spirito Santo discendere su di te; per questo sono costretto a interrogarti”. Zaccaria allora, levatosi dalla testa il cappuccio, se lo mise sotto i piedi e lo calpestò dicendo: “Se l’uomo non è stritolato così, non può essere monaco” (Zaccaria)

+ Il padre Macario chiese al padre Zaccaria: “Qual è il compito del monaco?”. “Tu lo chiedi a me, padre?”, disse l’altro. “Ho piena fiducia in te, figlio mio Zaccaria – disse il padre Macario – , c’è chi mi spinge a chiedertelo”. Disse a lui il padre Zaccaria: “ Secondo me, padre, monaco è colui che in ogni cosa fa violenza a se stesso” (Zaccaria)

+ «Come l’oro grezzo, messo a fondere in un crogiolo, diventa più puro, così il monaco agli inizi del cammino, se i suoi costumi sono riplasmati poco a poco nella comunità, torna a splendere per le sue capacità di perseveranza. Egli infatti, sotto l’ordine dei fratelli, apprende laboriosamente l’obbedienza, e quando lo si rimprovera, dispone la propria natura a possedere la pazienza.  Ogni volta perciò che accoglie con gioia le offese e abbraccia con semplicità l’umiltà, egli si innalza al di sopra delle passioni che gli muovono guerra e può quindi proseguire la sua lotta per risplendere nelle virtù, visto che la grazia gli fa dono di sempre maggior forza. Come chi discende nelle profondità della terra ne estrae l’oro, così chi si abbassa nell’oro dell’umiltà ne riporta le virtù» (Evagrio)

+ «Beato è il monaco che si considera la spazzatura di tutti. Beato è il monaco che guarda alla salvezza e al progresso di tutti come se fossero suoi propri, con ogni gioia. Beato il monaco che considera, dopo Dio, tutti gli uomini come Dio. Monaco è colui che è separato da tutti e con tutti unito. Monaco è colui che si ritiene uno con tutti, abituato com’è a vedere se stesso in ognuno» (Evagrio)

+ «La sottomissione del monaco si conosce non nelle grandi cose, ma nelle minime».  «Sopporta, monaco, perché è breve la fatica della sopportazione, infiniti i secoli della quiete» (Adhortatio ad monachos).

 

Padri della Chiesa [continua]