… come il pane che mangiamo

Abbiamo bisogno della Parola di Dio
come il pane che mangiamo

 

“A questo vi esorto, e non cesserò mai di esortarvi: che non solo qui [in Chiesa] badiate a ciò che si dice, ma che anche a casa vostra siate sempre fedeli alla lettura delle Divine Scritture. E non mi dica qualcuno, con parole fredde, degne di essere condannate: “Io tratto di cause del foro, svolgo pubblici uffici, sono impegnato nel mio mestiere; ho moglie, devo nutrire i miei figli, ho da badare alla casa: leggere le Scritture non è affar mio, ma di coloro che hanno abbandonato tutto, che abitano in cima ai monti, che conducono un tal genere di vita”.

 Che dici? Non è affar tuo badare alle Scritture perché sei preso da mille preoccupazioni? Invece è più tuo che di quelli. Essi non hanno tanto bisogno dell’aiuto che proviene dalle Divine Scritture, come coloro che si trovano in mezzo a mille faccende. I monaci, infatti, lontani dalla piazza e dal tumulto della piazza, hanno eretto le loro celle nella solitudine e non hanno rapporti con nessuno: si danno con libertà alla meditazione in quella pace e tranquillità e, come in un porto, godono di grande sicurezza.

Ma noi, come in mezzo al mare infuriato siamo presi da mille peccati, lo vogliamo o no, e abbiamo sempre bisogno della consolazione delle Scritture. Quelli siedono lontani dalla battaglia e perciò non riportano molte ferite; tu invece sei sempre in prima linea e di frequente vieni colpito; per questo hai più bisogno di aiuto di quelli”.

Tanto numerosi sono i nemici che assediano la nostra anima: abbiamo bisogno della Parola di Dio per guarire i nostri mali e per evitarne altri, e spegnere da lontano e respingere le tentazioni del Divisore con la lettura assidua delle Scritture Divine. Non è possibile che qualcuno si salvi se non si dedica costantemente alla lettura Spirituale”

(S. Giovanni Crisostomo – sec. IV)